Preambolo - Letto solennemente dal proclamatore



“Allora un angelo mi si avvicinò e parlò con me: vieni,
ti farò vedere la condanna della grande prostituta!
L’angelo mi trasportò in spirito nel deserto.
Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta,
coperta di nomi blasfemi.
La donna era ammantata di porpora e scarlatto, adorna
d’oro, di pietre preziose e di perle. Teneva in mano una
coppa d’oro, colma degli abomini e delle immondezze
della sua prostituzione.
Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con
grande potenza, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
Egli gridò a gran voce: è caduta la grande prostituta, ed è
diventata covo di ogni uccello impuro e aborrito, e gabbia
di ogni bestia immonda e abominevole!
Uscite, popolo mio, per non associarvi ai suoi peccati e
non ricevere parte sei suoi flagelli. Perché i suoi peccati si
sono accumulati fino al cielo, e il Signore si è ricordato
delle sue impurità.
Pagatela con la sua stessa moneta, retribuitele il doppio
dei suoi misfatti.
Versatele doppia misura nella coppa con la quale
mesceva. Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo
lusso, restituiteglielo in tanto tormento e afflizione.
Perché diceva in cuor suo: io siedo regina, vedova non
sono e lutto non vedrò.
Per questo in un solo giorno verranno su di lei questi
flagelli: fame, morte, lutto.
Sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è colui
che l’ha condannata”.
Al vedere tutto ciò fui preso da stupore.
Ma l’angelo mi disse: perché ti meravigli? Io ti spiegherò
il mistero della donna.

(Si chiude il sipario. Fine ‘effetto temporale’.
Si faccia calare la tela di fondo della prossima scena.
Si metta al centro del palco il ponte, poi si riapra il sipario)