Finale

Ralph si sollevò lentamente dalla sedia, poggiando le

mani sui bracciali e movendosi piano, facendo attenzione

a non farla scricchiolare, per non rovinare l’atmosfera di

quegli ultimi significativi istanti della scena conclusiva. Si

avviò poi al centro del palcoscenico, accompagnando il

sipario che stava ancora chiudendosi, alzando le mani e

invitando con i gesti l’applauso, attendendosi in quel

momento lo scrosciare d’infiniti applausi di un pubblico

entusiasta... ma tutto rimase nel silenzio. Ralph allora si

volse verso il sipario con uno sguardo impaurito e attonito,

raggelato... perché nessuno applaudiva? Un attimo di

smarrimento, poi si avvicinò al sipario per scostarlo,

curioso e anche seccato, per vedere quel pubblico insensato

che... ma prima che egli potesse raggiungere la tenda,

Desie lo chiamò: “Ralph!... Ralph!”; si volse verso di lei.

E lei chiamò di nuovo: “Ralph!”. No... non può essere

che chiami me! Impossibile! Ma...no, non può essere

vero! Ehi, Ralph! Chiama te, e non me!. “Sì, sì! – continuò

Desie – proprio tu... tu!” e mi fissava. Ma... come può

essere?!... Balzai in piedi di scatto, facendo cadere la mia

sedia pieghevole e urtando il vassoio posto sul piccolo

tavolino lì accanto, rovesciando così la tazzina del caffé e

tutto il resto... No... non può essere vero, no, no – ripetevo

sconcertato lì in piedi, fissando Desie, e lasciandomi

fissare da lei.

Così restammo per un momento...Poi io, tremante, le

chiesi: “Ma... è tutto vero?...”. “Sì!” rispose lei sorridendo.

“Ma... com’è possibile?... Chi sta continuando a scrivere

quello che ora sta succedendo?...” le chiesi sbalordito

e confuso. “Non preoccuparti – disse lei sorridente – e

pensa al fatto che ora anche tu stai sulla soglia”. Mi guardai

attorno; ed ecco, ero proprio lì!... Ralph... cioè, io, ero

qui, sulla soglia... Ora, tocca a me! Sgranchendomi la voce

e scuotendo il capo come per togliermi dall’imbarazzo, le

dissi: “Ciao, Desie!”. E lei: “Ciao!”. “Ma guarda un po’ –

proseguii cercando di sorridere, ma anche altamente emozionato

– non si può fare per scherzo, che subito te la

fanno pagare!... Questa Commedia non è la realtà!... È un

po’ uno scherzo, un’idea che mi è balenata in mente, un

giorno, così per caso...”.

E Desie sorridente: “...E che non sei più riuscito a cacciare

via da te, eh?”. “Già!...- risposi ancor più esterrefatto;

mi guardai attorno ancora, e sempre più sconcertato, e poi,

istintivamente – ma dove sono tutti?... E il pubblico?...”.

Andai al sipario e scostai la tenda: nessuno! La sala era

vuota!. “Ma – mi dissi – che è questa storia?!...

Smettiamola!”. E mi pizzicai. “Ahi!”, e tutto rimase come

prima: non era affatto un sogno! Desie sorrideva. “Senti,

Desie...- mi rivolsi a lei implorante – dimmi: che sta succedendo?...

Dove sono finiti tutti?...”. “Sono tutti quanti oltre

la soglia” rispose lei. E io: “Ma... il pubblico... gli attori... i

ragazzi...?”. “Oltre la soglia...– riprese lei sorridendo –

Ognuno di loro, assistendo alle scene, si è riscoperto in un

personaggio, si è immedesimato in esso, e per questo si è

ritrovato ad essere lui stesso quel personaggio...E ha attraversato

la soglia. Manchi ora soltanto tu, Ralph... cioè tu! E

io ti ho atteso... E così, ci siamo tutti”.

L’essere io adesso l’ultimo, mi fa rendere conto che di

bene ne ho sprecato un’immensità... Che la mia vita è stata

piena di aiuti da parte degli altri, e vuota di disponibilità

da parte mia... che... Sento di essere il più egoista di tutti i

miei ragazzi; e adesso, qui, vorrei darmene proprio quattro

di santa ragione, e dirmi: guarda che stupido che sei!

Mi vedo allontanarmi...giù, sotto, nella parte più bassa

del ponte... là dove non avrei messo mai nessuno...all’infuori

di me!... “Su!...Andiamo!...” mi richiamò Desie, sorridendomi

e tendendomi la mano. Guidato da lei, varcai

quella soglia...

E fu tutto Paradiso.