Scenario:
- sfondo per metà nero a sinistra, e per metà bianco a destra
- nel mezzo, una parete di separazione con un’apertura
- Desie, sulla soglia, vestita da sposa, situata più verso la parte di
destra. Un personaggio per volta, secondo l’ordine di apparizione,
giungendo dalla sinistra, si presenta sulla soglia, e dopo aver parlato
con Desie, attraversa la parte illuminata ed esce di scena.
1. L’ASSASSINO
Desie
Benvenuto, Marcel!
Marcel
Ciao, Desie! Sono qui... E certo, non per merito mio.
Anzi, devo ringraziare te, Desie, per questo.(Pausa)
Sai... Quella notte nella quale stavo sfuggendo ai gendarmi,
sono venuto a casa tua... Era tardi... Nascosto
nel buio mi ero avvicinato, e spiavo alla tua finestra.
Stavo pensando alla possibilità di rifugiarmi provvisoriamente
in casa tua... Ma quando ti ho vista là, inginocchiata
in quella preghiera che in un primo istante mi
stava facendo esplodere in una risata, la mia mente si è
confusa e si è annebbiata.(Pausa) Mi ero incamminato
allora verso il ponte, e sempre più confuso mi chiedevo:
ma che sta facendo quella?... Ma è una prostituta!...
Cosa fa?... Perché fa quella preghiera?... Perché?... Una
domanda che si ingigantiva sempre più non solo di
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fronte a me, ma anche dentro di me, nel mio cuore e
nella mia vita... un interrogativo sconvolgente... Una
crisi profonda mi assaliva, e non distinguevo più
nulla... non vidi neppure i gendarmi che stavano venendo
verso di me; e non li presi in considerazione nemmeno
quando essi mi trascinarono via... Non mi preoccupavo
di nulla... Soltanto, pensavo e ripetevo quel
‘perché’ che mi stava sconvolgendo.
Desie, sorridendo
Poi tutto quanto, a poco a poco, è cambiato.
Marcel, meravigliato
Già... Ma come lo sai tu?
Desie, sorridente
...Continua...
Marcel
Al processo, imputato con l’accusa di omicidio colposo,
mi ero dichiarato volutamente colpevole.(Pausa)
Mah... Chissà perché l’ho fatto!... Mi dicevo: perché mi
sto dichiarando colpevole?... E intanto, lo feci. E proprio
tenendo conto di questo, i giudici non mi diedero
la pena di morte, ma l’ergastolo. Trascorsi parecchi
anni nel carcere dell’isola di Lerins, in una cella di isolamento.
Ma... e qui, adesso, non so se mi crederai...
Desie, incoraggiandolo
Ti credo fino in fondo, continua...
Marcel
Non so come dirtelo... Ma dopo alcuni giorni, a poco a
poco, le cose cominciarono inaspettatamente a chiarirsi
nella mia vita: vedevo sempre più chiaro il mio passato,
e non mi preoccupavo né del presente, né del futuro.
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Diventavo sempre più sereno; la nebbia e la confusione
della mia mente scomparivano sempre più. E ciò,
me ne sono reso conto chiaramente ora, è iniziato da
quel momento in cui ti ho vista là, inginocchiata!
Desie, sorridendo
Hai cominciato a scoprire la tua anima ...
Marcel
Già, proprio così! E tutti i giorni, e sempre più, e sempre
più volentieri ripetevo quello che tu allora mi avevi insegnato:
inginocchiandomi, in quella buia cella, e parlando...
con me stesso, con la mia anima.. .con un...
Qualcuno... Anche se sempre dubitavo circa la sua esistenza.
Dicevo: se ci sei, stammi vicino, guidami in questo
buio! (Pausa) Non so ancora adesso se quel qualcuno
esiste; però, anche quando, più tardi, mi ammalai di un
male incurabile... Quando quelle mie piaghe puzzavano
sempre più facendomi aver schifo anche di me stesso, e
non mi permettevano sempre di stare in ginocchio, e mi
reggevo con le mani tremanti a quel muro freddo e umido
della cella, proprio allora sentii sempre più la serenità, ed
essa sempre più forte del dubbio: esiste un qualcuno?...
Era cioè un dubbio ragionevole, positivo, che mi stava
sostenendo... E ora, mi ritrovo qui, Desie!
Desie lo segue con lo sguardo mentre lui varca la soglia.
2. OVÌ
Desi Benvenuto, caro Ovì!
Ovì
Ciao, Desie! Come ti rivedo volentieri! Mi hai sempre
voluto bene, tu!. Oh, sì, anche gli altri, tutti quanti, a loro
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modo, chi più e chi meno, chi senza accorgersene e senza
pensarlo... Ma tu sola mi capivi veramente, solo tu sei riuscita
a rispondere a quella domanda che io allora non riuscivo
ad esprimere, non tanto perché non riuscivo a dirla
con le parole per il fatto che ero balbuziente... Quella
domanda che, a causa del mio ritardo mentale, soprattutto
non riuscivo ad avere chiara nella mia mente, ed intuivo
soltanto. Mi chiedevo: cosa c’è di grande e di bello nelle
persone che incontro nel mondo attorno a me? (Pausa) E
sempre, incontrando chiunque, intuivo che ognuno aveva
in sé la risposta... ma non rispondeva. Solo tu mi hai risposto
con chiarezza, perché capivo, di fronte a te, che la risposta
era: non preoccuparti di cos’è quel qualcosa di grande
e di bello, sappi che c’è: te lo faccio capire io, Desie.
Desie
...E te lo ripeto anche ora: esiste!
Ovì
Sì, c’è! (Pausa)... Sai cos’ è che ho sempre ammirato di
te, e che ora ammiro più che mai?
Desie
...Cosa?
Ovì
Il tuo intenso sorriso!
Desie sorridendo
E anch’io ora ammiro con immensa gioia e stupore il
tuo sorriso, Ovì!
3. NETTURBINO
Desie
Salve, Charles, benvenuto!
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Charle
‘Giorno, Desie!
Desie
Oggi deve essere un bellissimo giorno per te...
Charles
Stupendo!... È un giorno in cui non lavoro, perché
trovo tutto quanto pulito: tutto!
Desie, sorridendo
Tutto dove?
Charles
Mah... Venendo qui, ho trovato attorno a me una pulizia
completa. Ma il fatto sconcertante è che ora che ti
vedo qui, mi rendo conto che sei tu che hai contribuito
a fare pulizia... e dentro di me. (Pausa) Ti ricordi quando,
la mattina, scorgendoti dal ponte, ti chiedevo: serve
qualcosa?...
Desie annuisce sorridente
Sì, lo ricordo.
Charles
Ebbene...ero convinto che, in fin dei conti, quella
‘sporcizia’ che tu avevi nella tua vita, io avrei in quel
modo potuto rimuoverla un poco, anche solo aiutandoti
in qualche cosa; o perlomeno, facendoti anche soltanto
capire che ti avrei voluto aiutare, se tu fossi stata in
qualche difficoltà. (Pausa)
Invece, in seguito, col passare del tempo, mi sono reso
sempre più conto che eri tu che stavi aiutando me: col
saluto, rendendomi sereno; con la tua presenza sotto il
ponte, con il tuo esserci. La sola tua presenza, al mattino,
mi dava sempre più serenità di fronte ai problemi
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della giornata: la solitudine, il lavoro che non consideravo
certo un granchè, la mia salute vacillante, la mia
età che avanzava; il fatto che, fermandomi per salutare
o parlare con qualcuno, vedevo che non tutti lo facevano
volentieri. E, dapprima, invidiavo quel mondo
attorno a me, e ritenevo pure te una realtà diversa da
me: da tenere lontana, da... correggere. Poi, mi sono
accorto che con te, avvicinandoti tu a me con il saluto,
con il sorriso, con la tua delicatezza nel non chiedermi
di farti un favore, pur avendone bisogno, e mostrandoti
sempre disponibile a lasciartelo chiedere, tu mi cambiavi,
mi aiutavi, mi rendevi sempre più sereno.
Grazie, Desie!
Desie
Grazie per questo?... Non devi ringraziare me: sono io
che invece devo ringraziare te...
Charles
Oh, sì, invece! Devo ringraziarti di avermi reso sempre
più semplice e sereno, facendo pulizia nella mia vita, in
questa mia anima!
4. BAMBINO CHE TIENE PER MANO LA MADRE
Desie, rivolgendosi prima al bimbo, poi alla mamma
Ciao!... Salve, signora!
Signora, dispiaciuta
Oh, Desie! Perdonami! Perdonami!
Desie
E perché mai?
Signora
Ti ho sempre disprezzata.. .Ti ho sempre nascosta a mio
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figlio, e considerata come la realtà brutta e negativa
della vita! Ora, è lui stesso che mi conduce qui da te, e
mi fa aprire gli occhi!
Bambino
Mamma!... Guarda!... Visto, non è cacca?...
Desie sorride accarezzandolo
Ma che bravo bambino!
Signora
...E così, nascondendogli le realtà della vita, non mi
sono accorta che in effetti le nascondevo più a me stessa
che a lui, perché ero io che le vivevo come negative,
e non ero in grado di affrontarle con maturità. Ora, qui
di fronte a te, ti chiedo: perdonami!
Desie
Ma signora...la smetta di chiedermi perdono: lei è già
stata perdonata!
Signora, abbozzando un sorriso, e rivolgendosi al figlio.
Su, saluta Desie, dille ciao!
Bambino, salutando e indicando a Desie la parte illuminata.
Ciao, Desie!... Cosa è là?...
Desie sorridendo
Vedrai... Vedrai...
Signora, rivolta al bimbo, e poi a Desie
Vedrai, amore... Grazie ancora!
Desie
È bello aver visto una mamma condurre per mano un
figlio; ma vedere ora il figlio condurre per mano fin
qui la propria madre, è veramente motivo di grande
gioia!
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5. RAGAZZO E AMICI
Desie
Salve, ragazzi!
I ragazzi abbassano lo sguardo con tristezza. Desie
Ragazzi, che fate? C’è da far festa qui, non si deve arrivare
qui con quel broncio!
Primo ragazzo
Dai, Desie... lo sai, quello che ti facevamo...
Secondo ragazzo
...Che ti prendevamo in giro...
Terzo ragazzo
...E tutto il resto!
Quarto ragazzo
E io, che non ho avuto il coraggio, fino in fondo, di
difenderti!
Desie
Va beh... tutto quanto vero. Ma ora, ditemi il perché lo
facevate.
Primo ragazzo
Io non lo so il perché... Sentivo dire dai grandi che tu
eri così e così, che ti meritavi solo questo e quello, che
non dovevi essere perdonata, ma solo castigata...
Terzo ragazzo
Sì!... E, allora, non avevamo la capacità né la forza di
decidere da soli, e ci siamo lasciati influenzare da quel
modo di pensare, che ci portava poi ad agire così.
Quarto ragazzo
E anche la mia posizione di difesa nei tuoi confronti non
era poi una convinzione, ma solo una compassione.
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Secondo ragazzo
Ora che qui vediamo chiaro, comprendiamo che non
meritiamo nemmeno che tu ci possa accogliere di fronte
a te, dopo quello che ti abbiamo fatto!
Desie
Ragazzi, quello che è stato è stato. Ora, pensate a quello
che c’è di bello, al fatto che voi siete qui, e non dovete
perciò essere tristi, ma guardare avanti!
I ragazzi alzano lo sguardo a lei.
Primo ragazzo
Scusaci ancora, Desie! Non sapevamo quello che facevamo!
Desie
Lo so... E proprio per questo non ne avevate alcuna
colpa!
Secondo ragazzo
Sì, ma tu, intanto...
Desie
Ma io intanto sono qui, e con voi, e quindi smettetela di
frignare, e andate di là. Vedrete, come è bello! (Accarezza
il più piccolo) Su, andate!
Si avviano; il quarto ragazzo si sofferma
Forse, se io ci avessi messo un po’ più di coraggio...
Desie, fingendosi seria
Vai!...
Il ragazzo si avvia, poi si ferma e si volta.
Desie, sorridendo
Vai!...
Il ragazzo la saluta con la mano e va.
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6. SIGNORE ANZIANE
Desie
Salve, signore mie!
Prima signora, mostrando le mani aperte
Siamo qui... e senza rosario!
Desie, come controllandole
Ci siete tutte?
Seconda signora
Sì, sì: tutta la compagnia! Tutte noi che, ogni mattina,
passando sul ponte, ti abbiamo giudicata, rimproverata
e castigata, tra un’Ave e l’altra... la nostra preghiera è
spesso stata così piena di parole nostre e così vuota di
vita!
Terza signora
Ritenevamo sprecata la tua vita e, allora, non ci rendevamo
conto che eravamo noi a rovinare la nostra... con
il nostro modo di pregare distaccato, abitudinario, poco
disponibile, col nostro ritenerci superiori e giuste
rispetto alle altre persone.
Quarta signora
Guardavamo sì alle persone, a quelle per bene, ai giovani
bravi e buoni secondo le nostre aspettative, mai
cercando di guardare oltre, non cercando mai nulla al di
fuori di ciò che avevamo in mente.
Quinta signora
Non abbiamo mai pensato che tu avessi la fede, in quei
momenti... questa fede che, ora, qui, ammiriamo così
chiaramente in te!
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Sesta signora
Le nostre abitudini ci stavano soffocando in una fede
chiusa; e tu invece ci sei sempre stata di provocazione
e di invito a cambiare...
Terza signora
Già, stavamo diventando veramente sclerotiche...nell’anima!
Quarta signora
È stato un cammino lungo, ma alla fine abbiamo
cominciato a capire che in te c’era qualcosa di giusto, e
che quello che vedevamo noi di sbagliato non era dovuto
solo a te...
Desie, sorridendo loro
Ma...a proposito, perché non avete la corona del rosario?
Seconda signora
Ci è stato detto, nel cammino mentre arrivavamo qui,
che di quello di rosario non c’era più bisogno, e che il
rosario vero ora lo avevamo con noi, non fuori da noi...
Ma, sinceramente, non abbiamo ancora capito.
Desie, mostrando le dita delle mani
Eccolo! Il Rosario è ora nella vostra vita, non fuori né
separato da essa: ora pregate contando sulle dita delle
vostre mani: vi sarà tutto quanto più chiaro!
Prima signora, stringendo la mano a Desie
Grazie, Desie!
Desie
Ecco!...Così qui inizia il Rosario!
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7. GARZONE
Desie
Ciao, Robert!
Robert
Ciao, Desie! (Pausa)Adesso ho terminato di distribuire il
pane... (Pausa) Ora mi pare proprio che lo stiano donando
a me! (Pausa) Dando il pane, allora, mi sono illuso di
portare le cose necessarie alla gente; e allora, con questo
atteggiamento di sicurezza, ho portato anche le mie dicerie,
i miei giudizi sugli altri... E così, mentre davo il cibo
materiale, davo anche il mio cibo morale: un cibo, quest’ultimo,
mai fresco, mai ben sfornato, mai fragrante.
Quando, ad esempio, arrivavo da te, deponevo il sacchetto
con i tre panini, e intanto pensavo: questa ha buttato via
la sua vita, è ormai sprecata! E poi di te parlavo male più
avanti, quando incontravo le vecchiette, ed ero d’accordo
con loro sul fatto che la società di oggi è malvagia, che la
gente è cattiva... E, a quel punto, nel mio elenco delle persone
perdute non mettevo soltanto te, ma anche tanti miei
altri clienti, rimarcando ciò che io ritenevo sbagliato di
ognuno di loro. E così, distribuivo questo pane nero,
d’avanzo, e non per niente nutriente!
Desie, sorridendo
Hai bisogno ora di un pane che sia veramente buono...
Entra a nutrirti!
8. MAESTRA
Desie
Salve, signora maestra!
Maestra
Non chiamarmi così, non lo merito!
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Desie
E perché mai?
Maestra
Perché ogni volta che passavo su quel ponte e guardavo
giù, vedendoti, ti disprezzavo, ti consideravo una ragazza
irrecuperabile, di cattivo esempio per gli altri, un esempio
di come non si deve fare nella vita. E, in classe poi, quante
volte ti ho mal nominata e ho insegnato anche ai miei
alunni il negativo della vita richiamandomi a te! E solo
troppo tardi ho capito che eri tu che mi stavi insegnando
a imparare, a rivedere i miei schemi e i miei modi di dire
e di insegnare le realtà della vita agli altri...
Desie
I suoi alunni l’hanno certamente compresa in questo
suo sforzo.
Maestra
Sì... ma quando l’hanno capito io già li avevo assai condizionati
ed esasperati... (Pausa)Avranno ricevuto qualcosa
di bene?... Mah!...
Desie
Certamente! Lo può notare dal fatto che lei ora sia qui...
Non le pare?
9. MADAME DUPONT
Desie
Benvenuta, signora Dupont!
Madame Dupont
Salve!
Desie, sorridendo
...E il suo Pennj?
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Madame Dupont
Lasciamo perdere... (Pausa, guardandosi in giro)
Piuttosto, com’è qui la situazione? Io sono ancora un
po’ indecisa, e vorrei vederci chiaro, a questo punto.
Dimmi qualcosa al riguardo... non stare lì a guardarmi
così!
Desie
La sua indecisione è il suo forte, signora!
Madame Dupont
...Come?!... Non capisco!
Desie
Ma sì... è questa incertezza che l’ha condotta qui, mandandola
da una crisi a una revisione; e ora, alla visione.
Madame Dupont
Sì... ma di che? Non vedo ancora niente!
Desie
Lei continui a dubitare, e vedrà!
Madame Dupont, mostrandosi un po’ spazientita
Senti, senti... Dimmi chiaramente: vedrò che cosa?
Desie
Vedrà che non è solo questione di vedere
Madame Dupont, scuotendo il capo
Mah!... Ora sono più confusa di prima!
Desie, annuendo e sorridendo
Ecco!... Così deve essere!
Madame Dupont
Io non ti ho ancora capita, Desie... E stento ancora a
credere di poterci riuscire...
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Desie
Intanto, un risultato c’è: io ho capito lei!
Madame Dupont, sconcertata
Beh, lasciamo perdere... Su, Pennj, andiamo!... Ah, già
che non c’è! Che sbadata! Per dove, Desie?
Desie, indicando la parte illuminata
Per di là, signora.
10. STUDENTESSA
Desie
Ciao, Sophie!
Sophie
Ciao, Desie! Tu, qui! Stento a crederlo!
Desie
Eppure ci sono.
Sophie
E dunque, io ho sbagliato tutto!
Desie
E proprio perché te ne sei accorta, ci sei anche tu!
Sophie
Ma allora, il ragionamento della logica umana... dove è
finito?
Desie
Qui siamo oltre la logica umana, oltre quegli schemi,
Sophie!
Sophie
...Dove io non mi sono mai decisa ad andare...
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Desie
Già!... Ti sei ancorata alle tue cose, quelle di ogni giorno,
e queste ti hanno impedito di farlo, ti hanno tenuta
chiusa in quei confini.
Sophie
Che avrei dovuto fare, allora?
Desie
Troppo tardi, e inutile il dirlo ora, qui.
Sophie
Ho sbagliato tutto, quindi, nella mia vita!
Desie
Non tutto.
Sophie
Come no?...
Desie
Non tutto... Ora stai imparando a non sbagliare più.
Sophie
Già... ma solo ora, però.
Desie
Meglio tardi, che mai.
Sophie
Già... (Pausa) Ma tu... come fai ad essere qui? Non lo
capisco ancora!
Desie, sorridendo
Per forza, sei ancora qui! Vai oltre... e capirai!
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11. GENDARMI
Desie
Benvenuto, Philippe... Benvenuto, Marins!
Gendarmi
Salve, Desie!
Philippe, sorridendo
Come stai notando, stiamo diventando più umani anche
nel modo di salutare: non salutiamo più alla maniera
militare!
Desie, con un sorriso
Beh, qui non contano le divise.
Marins
Qui, no; ce ne stiamo accorgendo. Ma da dove veniamo,
là, allora contavano, e molto. Bastava la divisa per
profittare poi di tante situazioni; non importava tanto
essere, ma soprattutto essere vestito...
Philippe
Come una moda... la moda che condiziona: la moda
della divisa, che allora ci ha permesso di agire con il
potere e con influenza...
Desie
Ma vi distingueva anche per far sapere agli altri che
eravate al loro servizio.
Marins
Sì, teoricamente, eravamo al loro servizio; ma, in fin
dei conti, e qui ora lo riconosciamo, era per noi soprattutto
una questione di comando, e rientrava nei giochi
di potere.
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Philippe
E questo non era niente, se pensiamo poi che le nostre
divise potevano essere facilmente comperate, e con esse
anche ciò che stava dentro: noi. Bastava una buona manciata
di denaro, e spesso eravamo pronti a lasciar perdere
un caso, a chiudere uno e anche due occhi su tanti altri...
Desie
Beh, non sarà poi stato sempre così!
Marins
No, certo... Arrestavamo anche, applicando con autorità
e decisione la legge; arrestavamo tanti delinquenti e
anche assassini. Ma abbiamo tanto e tanto lasciato che
altri ne approfittassero, al punto che ci possiamo considerare
loro complici; e ci siamo lasciati corrompere
tante volte... che qui, ora, riconosciamo di essere noi i
primi delinquenti e assassini da punire!
Philippe
Certo, mai ufficialmente abbiamo rubato: apparivamo
come i difensori della legge! Né mai abbiamo ucciso; anzi,
eravamo considerati i difensori dei deboli! Ma quell’allora
nascosta complicità ci fa ora essere in prima fila nelle
responsabilità da assumere di fronte al degrado della società
e al progressivo crescere della malvagità attorno a noi.
Marins
Ci sentiamo colpevoli di questo ...
Desie, sorridendo
È giusto dunque che adesso veniate arrestati... qui...
Arrestatevi qui! (Pausa) I giudici accusatori – voi stessi
– sono stati severi e giusti... E la giuria ha emesso un verdetto:
rimanete, adesso siete liberi!
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12. SIGNORE ANZIANO
Desie
Ben arrivato!
Anziano
Era ora, maled...! (Si morsica le dita) Ma guarda un po’
cosa mi sta capitando: venendo qua, sentivo sempre
meno i miei dolori, cominciavo ad appoggiarmi sempre
meno al mio bastone... Mi sono messo anche a farlo
girare per aria; e anche le mie imprecazioni, si sono
sempre più attenuate!(Pausa) Che ne dici, Desie? Che
succede?
Desie
È giunta l’ora di risolvere tutto quanto in bene: gli
acciacchi, il carattere, i problemi... (Pausa) E le sue preghiere?...
Anziano
I requiem?... Adesso non me la sento più di recitarli.
Venendo qua, lungo il cammino, ho cominciato ad
apprezzare di più i gloria, e li ho recitati più volte, scandendo
bene le parole con la mente e con il cuore:
Gloria... E, adesso che me l’hai chiesto, dirò un Gloria:
uno per te; e poi, uno per me, per tutti gli acciacchi di
prima, per tutti i problemi, e per aver lasciato il bastone...
Desie
Grazie dell’aiuto che mi vuoi dare. Ora, io non ne ho
bisogno; ma recita ugualmente quel Gloria destinato a
me: ti aiuterà a camminare ancor più speditamente oltre
questa soglia.
Anziano, avviandosi
Gloria...
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13. OPERAIO
Desie, rivolta a lui che si guarda in giro
Che stai cercando?
Operaio
La mia famiglia...i miei amici...Non li trovo più!
Desie
Sono già passati oltre questa soglia.
Operaio
E tu... Tu chi sei?
Desie
Non mi riconosci? Sono Desie!
Operaio, osservandola sconcertato
Desie?... Desie, la...?
Desie
Sì: Desie la prostituta: quella che tu hai un tempo guardata,
ma poi dimenticata, quando passavi ogni giorno
sul ponte.
Operaio, pensoso
Già... Desie... Ora mi ricordo. Dapprima guardavo giù,
quando passavo per andare o tornare dal lavoro; guardavo
in quella direzione. Ma in seguito, sai, i problemi, i sacrifici,
le cose a cui pensare e le preoccupazioni mi hanno
fatto guardare sempre più soltanto a me stesso. E allora,
passavo, ma non vedevo altro che le mie cose; e così, non
ti ho più vista: ecco perché non ti avevo riconosciuta.
Desie
E guardando sempre più a quelle cose in te stesso, non hai
più visto sulla tua strada neppure la tua famiglia, i tuoi
amici: ecco perché li cercavi, guardandoti attorno ansioso.
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Operaio, meravigliandosi
Già... E ora, ho smesso di cercarli: sento che sono vicini,
da qualche parte e in qualche modo. Non sono più
così affannato nel cercarli. Ma tu... Dimmi, come fai ad
essere così serena?
Desie
Non sono soltanto io ad essere più serena, ma anche tu,
che diventando adesso più sereno, vedi tutto quanto in
modo diverso, e stai scoprendo la vera serenità della vita.
14. VENDITORE
Desie
Benvenuto!
Venditore
Salve, Desie!... Vuoi comprare, a prezzo stracciato...?
(Interrompendosi) Scusa... Ma non riesco a rendermi
conto ancora del tutto di aver lasciato il mio carrettino;
era così...
Desie sorridente
...Così pesante!
Venditore
Ma no, che dici? Era...
Desie
...Pesante!
Venditore, osservandola pensieroso
Beh, certo... Ultimamente, era un po’ troppo carico di
tante cose: quelle cose alla quali mi ero legato a tal punto,
che mi stava sempre più ossessionando la sete di guadagno;
e temevo, ogni giorno, di non riuscire ad averlo...
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Desie
Era pesante perché carico di sete di guadagno e di paure...
Venditore
Cerca di comprendermi: avevo tutto quanto lì, per me
era tutto!
Desie
E diventava ancora più pesante, perché carico di tutto!
Desie
Ora che non me lo vedo qui accanto, mi accorgo che ho
sbagliato ad essere così, allora. Avere, avere, guadagnare,
soldi...Per che cosa?
Desie
Già, per che cosa?
Venditore
Non lo so... Ma il fatto più grave è che continuando
così stavo facendomi una mentalità sbagliata della vita,
dove tutto sembrava solo un oggetto da comprare e da
vendere. E anche quando ti scorgevo, là sotto, pensavo
così di te: un oggetto da comprare e da vendere.
Desie sorridendo
Oggi, dunque, hai fatto un grande affare!
Venditore, curioso
Quale?... Cosa?
Desie
Hai ceduto, senza perdere niente, la tua mentalità di
vendere, buttando via dal carrettino della vita tutti gli
oggetti inutili... E hai guadagnato, senza spendere niente,
la realtà più importante da donare: te stesso. E su
quel carrettino ci sei proprio tu, ora.
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15. FIDANZATI
Desie
Che gioia vedervi!
Lei
Anche per noi, Desie!
Lui
E pensare che, quando ero là, sul ponte, abbracciando
lei, guardavo giù sotto e mi dicevo: che schifo di amore
è quello! Il nostro sì invece che è amore! Guarda a noi,
Desie, dicevo!
Lei
E, in questo modo, giudicando quell’amore come falso,
rendevamo il nostro amore meno intenso. Lui mi diceva:
guarda quella!... Di amore non ha proprio niente!
Lui
Già...E dicevo: noi invece stiamo pensando al nostro
domani, alle cose che faremo...
Lei
E così, chiudendoci in questo nostro falso modo di
amare, ci siamo ridotti sempre più a vivere i nostri bisogni,
i nostri piaceri, e sempre meno il vero amore.
Desie
...Dimenticando che i piaceri sono i primi gradini per
salire all’amore.
Lui
E tu... come l’hai capito e vissuto questo?
Desie
Sarebbe lunga da spiegare, e anche inutile dirlo ora.
Vorrei solo ricordarmi che, trovandomi a vivere nel
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piacere sfrenato, non ne ho mai così goduto, né l’ho mai
così cercato, come invece ho goduto e cercato, desiderandolo
sempre più intensamente, ciò che allora credevo
di non poter mai più avere intensamente: l’amore!
Lei
Adesso l’hai scoperto questo amore? Lo stai vivendo?
Desie
Come ora state preparandovi a viverlo voi.
16. DOTTOR JACQUES
Desie
Benvenuto, dottor Jacques!
Dottore, con fare dispiaciuto
Dottore niente affatto... Anzi, il contrario! Invece di
guarire, facevo ammalare! Guarivo il corpo, e uccidevo
le persone con il veleno del mio disprezzo, ritenendo
gli altri inferiori a me, giudicandoli ignoranti, profittando
di loro, parlandone male.
Desie
Ma le ha anche guarito!
Dottore
Sì...ma solo fisicamente, te lo ripeto: mi mancava la passione,
la gioia nel farlo. Invidiavo tutti quelli che mi
ostacolavano; ci tenevo alla bella figura, ad essere rispettato
come persona per bene, e considerato ad alti livelli.
E quando poi mio cognato si è dato a quella vita disordinata
io, invece di aiutarlo, di guarirlo, l’ho considerato
subito una rovina per sé e per noi, e l’ho fatto ammalare
del tutto. Quando è morto, l’ho anche ben sotterrato sotto
i miei giudizi. (Pausa)... E ti sembro un dottore?
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Desie
No, no!...Vedo qui di fronte a me un ammalato, che
però non è più così grave come si pensava. Aveva un
male che lui stesso considerava incurabile. Ma ora ha
trovato un ottimo guaritore: se stesso... che lo sta facendo
recuperare a vista d’occhio. (Pausa) Lei, dottor
Jacques, ora è guarito completamente; può uscire da
quell’ospedale che è in lei stesso, e cominciare a vivere
in piena salute!
17. SUORA
Desie
Benvenuta, sorella!
Suora
Grazie, Desie! Come mi giunge gradito il tuo saluto!
Esulto di gioia! E pensare che, allora, ogni volta che
incontravo qualcuno, avevo timore e salutavo con
discrezione, per educazione, perché dovevo, in quanto
religiosa, salutare. Ora qui, invece, mi sento gioire!
Desie
Esulti, sorella, si senta libera di farlo!
Suora
Ecco: prima, non ero libera, ma condizionata; la mia
gioia c’era, ma la trattenevo. Contenevo me stessa; sai
– dicevo a me stessa – tu hai fatto il voto di povertà, di
castità e di obbedienza! Devi trattenerti e contenerti.
(Pausa) Invece, venendo qua, mi sono resa conto che
questi voti, vissuti da me come repressione e compressione
di me stessa, devono essere sempre più da parte
mia un’esplosione di gioia!
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Desie
Lei li sta scegliendo ora, quei voti: ora, qui, lei sta
diventando veramente se stessa, sorella.
Suora
Sì; prima temevo, soffocavo e non osavo. Ora vedo più
chiaro: mi accorgo che non solo continuando così avrei
danneggiato me stessa, limitandomi e non esprimendomi
per quella che ero, ma stavo danneggiando anche gli
altri, dando loro l’immagine della suora come quella di
una persona umanamente scarsa, meno donna, da beffeggiare.
Desie
Ora invece è veramente una suora e pienamente una
donna; anzi, una sposa che si prepara, con i tre voti che
è disponibile a vivere ora gioiosamente, oltre ogni limite
ed attesa, a trascorrere la luna di miele con il proprio
sposo!
18. GIOVANE SACERDOTE
Desie
Benvenuto, reverendo John!
Sacerdote, sorpreso
Desie! (Pausa; poi, scuotendo il capo) Quanti sbagli ho
commesso nella vita! (Chinando il volto) Quanto ho fatto
sbagliare! Quanto!...
Desie
Ora sta anche facendo una cosa giusta: riconoscerli!
Sacerdote
Allora, immerso nei miei studi, nella mia etichetta di
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prete, perché tutti mi vedessero, immerso in quel mio io
che non aveva proprio niente di sacerdotale, non vedevo
nulla al di fuori della mia religione... Nient’altro!
Desie
Ho notato, infatti, che allora non mi ha rivolto mai uno
sguardo, reverendo John. Ma ora lo può fare, non si
senta in vergogna... Ora, qui, tutto quanto è chiarito.
Sacerdote
Ecco, l’hai detto proprio tu ora! Ero a posto, mi ritenevo
in ordine, perfetto... E non mi avvedevo che stavo
rovinando me stesso e anche gli altri.
Desie
Anche da tutti questi suoi difetti è sorta la serenità di
ora... Non crede?
Sacerdote
Sì... sì... Ma c’è voluto uno scossone, un forte scossone
che mi ha mandato in crisi, per poter poi recuperare.
(Pausa) Beh, ma come mi stai suggerendo tu adesso,
non stiamo a parlare del passato e del negativo, ma
viviamo questo momento positivo!
Desie
Reverendo John, non tema di procedere oltre: là c’è il
suo autentico distintivo da prete, il suo vero vestito, il
suo centro di studi e di ricerca, la sorgente e il fine del
suo essere sacerdote.
Sacerdote, osservando Desie con meraviglia
Ma... Desie... Tu per caso hai studiato...?
Desie
No, reverendo John: sono stata amata.
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19. SIGNORA VERDIER
Desie
Benvenuta, signora Verdier!
Signora
Ciao, Desie! Sembri veramente una stella!
Desie abbassa lo sguardo
Signora
E pensare a quanto male ti ho fatto! Andavo in giro parlando
male di te, dicendo di conoscere i retroscena della
tua vita, e me ne vantavo... Mentre non era nemmeno
vero! E con il parlar male di te e degli altri non mi stavo
accorgendo che in quel modo stavo rivelando proprio i
miei retroscena, quelli della mia vita: una signora che si
presentava esteriormente per bene, a posto, impegnata...
Ricordi? Distribuivo anche la stampa buona...
Desie, sorridente
Sì, sì, ricordo.
Signora
Già... E mentre, con le mani, distribuivo le parole
buone degli altri, con la lingua distribuivo le mie parole
denigratorie, false, adulatrici, ingannatrici, assassine.
Desie
Ma, almeno il suo impegno, quello era positivo!
Signora
Sì, per chi però mi vedeva da fuori: mi impegnavo qua
e là, su e giù... Sì, ma solo per essere ammirata, per
ricevere i saluti nelle piazze, per essere considerata...
(Pausa) Indirettamente, inconsciamente, materialmente
ho fatto sì delle buone opere... Ma buona, io non lo ero,
né lo sono ancora adesso.
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Desie
Cara signora, lei, in questo momento, sta gettando per
terra la pelliccia della sua esteriorità, e sta indossando
se stessa. Ora, guardi oltre: sta vedendo anche la via
della bontà, quella che per un tratto ha già percorso dietro
a sé, e che sbocca nell’andare oltre questa soglia.
20. MONS. BLEUF
Desie
Salve, monsignore!
Monsignore, con i pugni stretti e ansioso
Salve, Desie!
Desie
Perché stringe i pugni così?... E perché si sta irrigidendo
su di sé?
Monsignore
Eh, Desie! Ora sono già molto più calmo; ma prima di
iniziare il cammino per giungere qui, avresti dovuto
vedermi! Ero veramente fuori di me!
Desie
Ora si calmi e si rassereni... Qui non c’è più motivo per
fare così.
Monsignore
Me ne sto rendendo conto, a poco a poco, cara Desie.
(Pausa) Il mio stringere, allora, non soltanto i pugni, ma
ogni cosa a me, compreso Dio, ha fatto sì che io schiacciassi
sempre più in quei miei pugni ogni realtà: gli
altri, me stesso, e Dio... tutto quanto! E mai ho avuto le
mani aperte; erano sempre più chiuse, e mai invece
così! (Mostra le palme delle mani)
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Desie, additandole
Ora però sì!
Monsignore
Ora sì, ora... Ma allora... (Pausa) Con quelle mani chiuse
non costruivo, mentre mi illudevo di farlo; invece,
distruggevo, mi difendevo, allontanavo da me ogni
realtà, e quindi mi allontanavo dalla verità, tenendomi
strette soltanto le mie cose. (Pausa) E tutte le mie attività
di pastore di anime?... Le rivedo tutte quante, ora,
come un buco nell’acqua: tutte inutili per me: fare, fare,
sempre impegnato di qua e di là, iniziative su iniziative...
per coprire, in effetti, ciò che ero: niente!
Desie
Ora che ha detto questo, sta diventando veramente se
stesso, un qualcuno di importante!
Monsignore
C’è voluto un destino misterioso per svelarmi tutto
questo; c’è voluto tanto tempo, tanto aiuto... E solo ora
arrivo qui, mentre...
Desie
L’importante è che ci sia, e che ora sia sereno!
Monsignore, rilassandosi, aprendo le mani e mostrandole a Desie
Sì... Ora, lo sono.
21. MADAME ARQUETTE
Desie
Benvenuta, signora Arquette!
La signora china il volto.
Desie
Signora Arquette, benvenuta!
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Signora, alzando lo sguardo a Desie
Non mi merito questo benvenuto, Desie!
Desie
Qui non è questione di meriti, signora, ma soprattutto
di doni.
Signora, calma e rilassata
Con le mie parole ho sempre cercato fuori di me un
appoggio, un senso della vita; solo alla fine ho cominciato
a scoprire il valore del silenzio e dell’ascolto.
Desie
Benvenuta di nuovo, allora!
Signora
Con le mie parole ho cercato di soffocare e di rovinare...
Mio marito, gli altri, e anche me stessa. Mi stavo
proprio suicidando con quel parlare vuoto e assurdo...
Chissà quante persone ho rovinato!
Desie sorridendo
Qualcuno, signora, ha imparato anche a difendersi da
esse e ad evitarle. Non stia ora a pensare al male che
allora può avere fatto; pensi al bene che adesso lei sta
facendo a se stessa con queste sue nuove parole.
Signora
Ora le sento vive, piene, sensate e serene. Allora, rivedendole
adesso, erano solo occasione di morte... Come
non me ne sono accorta, allora?
Desie
Il destino, misteriosamente, ha voluto allora così; ora,
quello stesso destino l’ha condotta qui per testimoniare
la verità, quella che lei tanto affannosamente cercava...
E invece, era essa a cercare lei... Bastava lasciarsi cercare,
nell’ascolto e nel silenzio.
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22. IMPRESARIO ARQUETTE
Desie
Ciao!
Lui si getta ai suoi piedi piangendo; Desie gli pone una mano
sul capo
Piangi... Sfogati... Perché ora ogni lacrima è segno
della tua vita ritrovata.
Desie lo prende per il braccio e lo aiuta ad alzarsi.
Lui, asciugandosi le lacrime
Come posso essere qui? (Pausa) Non è possibile! Non
sono degno di stare qui!
Desie
Impossibile lo era solo per te... Assurdo anche, ma ora
è stato possibile.
Lui
Come puoi essere così serena, qui di fronte a me, dopo
tutto il male che ti ho fatto, dopo che per tanto tempo ti ho
ridotta a un oggetto per me, dopo che io ho soltanto approfittato
di te, dopo che mi sono soltanto sfogato con te e
mai ti ho amata veramente... solo usata... e mai amata...?
Desie
Ma io, sì. Ti ho amato... E anche ora ti amo, ti voglio
bene. Venendo da me in quei momenti e con quei modi
tu, allora, mi hai fatto sperimentare la miseria umana:
mi hai portato la tua infelicità, i tuoi disaccordi, i tuoi
loschi intrighi, le tue realtà negative, la tua superbia,...
E io, vedendomi lì tutte quelle realtà, in quei momenti,
mentre tu ti sfogavi, le ho comprese più profondamente.
E mentre le comprendevo, capivo anche la mia realtà,
la mia situazione e la mia prostituzione... e così, ne
uscivo a poco a poco... E di questo devo dire grazie a te!
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Lui
...Non sei tu la prostituta, Desie!... Sono io! Io, che mi
sono prostituito a tutte quelle realtà malvagie... io!
Desie sorridente
Siamo stati entrambi immersi in queste prostituzioni...un
po’ apertamente, un po’ nascostamente... più o meno...
(Volgendosi verso il pubblico) E chi può dire di non essersi
mai prostituito a qualcosa di malvagio?
Lui
Ho ridotto tutti sotto di me... Chi non riuscivo a ridurre,
lo distruggevo dal basso, ostacolandolo, denigrandolo...
Perché...?
Desie
Non stare a chiederti ora il motivo del tuo atteggiamento
di allora; un tempo, per te era sacro quello che facevi;
non potevi rinnegarlo, perché le realtà che ti stavano
attorno e dalle quali ti eri lasciato condizionare ti
avevano creato una fitta ragnatela nella quale tu ti trovavi
immerso, e dalla quale non potevi uscire nemmeno
per sbirciare e vedere se ci poteva essere un valore
sacro diverso dal tuo... E, da fuori, solo il sacro poteva
raggiungerti e spezzare quella ragnatela... (Pausa)
Ricordi quella sera, quel giorno della solenne processione,
quando tu sei venuto da me?
Lui annuisce
Desie
Mentre tu ti sfogavi su di me, io, in quel momento, ho
chiesto aiuto fuori da quella ragnatela che ci stava soffocando
entrambi; ho chiesto aiuto, per me e per te... E
l’aiuto è giunto, perché sia tu che io siamo giunti qui,
oltre la ragnatela, a questa soglia che ci da la possibilità
di vedere e di gustare ciò che è veramente il sacro.
L’Impresario si avvia, mentre il sipario si chiude.