Scenario:
- la stessa scena di fondo del primo atto, con disegnata la
Basilica
- il ponte rimane come prima: al centro
- posta in primo piano, alla sinistra del pubblico, una stanza
che rappresenta l’abitazione di Desie; lei si trova a letto, e
dorme.
Entrano in scena alcune signore anziane col rosario in mano, e
si avviano sul ponte, in direzione della Basilica; ogni tanto, si
fermano sospendendo la preghiera e parlando tra loro.
Prima anziana
Mah... quella Desie! E pensare che fino a poco tempo
fa la vedevo anche in chiesa con noi, e la elogiavo
come una ragazza per bene! Guarda invece come è finita,
come è caduta in basso! Che vita sta facendo! Ma si
renderà conto di quello che fa?
Seconda anziana
E quello che fa non è solo male per lei, ma anche per
tanti altri... Pensate a quanta gente sta rovinando!
Terza anziana
E pensare che è una ragazza così bella, così attraente!...
Avrebbe certamente trovato senza alcuna difficoltà e
presto uno che l’avrebbe sposata!
Prima anziana
E i suoi genitori?... Non si sono più fatti vivi?
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Seconda anziana
Mah... dicono che da quando la figlia ha scelto di fare
questa vita, loro se ne sono andati via da qui, e pare che
nessuno li abbia mai più rivisti. (Pausa) E adesso, chi
volete che la aiuti?
Entrando dalla stessa parte giunge Robert, il garzone del fornaio;
prima di salire sul ponte si reca alla casa della ragazza e
lascia per terra il sacchetto del pane, poi raggiunge in fretta le
signore anziane; e prima di uscire di scena, le saluta. Giunge
dall’identica direzione il reverendo John, il giovane prete,
seguito dal giovane Ovì, l’handicappato. Il sacerdote si ferma,
e mostrandosi seccato si rivolge al giovane.
Reverendo John
Senti un po’!... Ora piantala di seguirmi e tornatene a
casa! Possibile che tu debba sempre venirmi dietro
come un cane?! Torna a casa!
(Ripetendo con più decisione e severità, scandendo le parole)
Tor-na-te-ne a ca-sa!
Il giovane si fa triste, abbassa lo sguardo; poi torna da dove
era venuto, uscendo dalla scena; il sacerdote riprende il cammino;
incontra il garzone che lo saluta, ma egli non risponde;
entrambi escono poi di scena, uno da una parte, l’altro dalla
parte opposta. Giungono in scena, da destra, alcuni ragazzi che
vanno a scuola; si fermano sul ponte a giocare con una palla
fatta di carta; alcuni si siedono sul parapetto del ponte e gridano
in direzione della casa, lanciando anche dei sassi; Desie,
risvegliata da loro, comincia a rivoltarsi nel letto, stiracchiandosi
e sbadigliando.
Primo ragazzo
Ehi!... Signorina! Si alzi, che è tardi!
Secondo ragazzo, con voce più forte
Chiamano alla porta, signorina! C’è bisogno di lei!
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Terzo ragazzo, con fare canzonatorio
Si fa tardi la sera, eh?... Poi, al mattino, ecco che si
dorme!
Quarto ragazzo, rivolgendosi ai compagni a voce bassa
Dai, smettetela... lasciatela stare...
Primo ragazzo, canzonandolo
Eccolo, il difensore dei deboli, l’amico intimo di Desie,
che si fa subito sentire!
Secondo ragazzo
Macchè amico intimo! È il suo protettore!
Terzo ragazzo, fingendosi serio
A proposito...sta guadagnando bene la tua pupa?
Quinto ragazzo, richiamandoli
Dai, ragazzi, smettetela con questi discorsi; che poi, lo
sapete bene, lui va a dirlo alla maestra, e quella ci fa la
predichina per tutto il giorno...
Primo ragazzo
Ssst!... Sta arrivando la maestra!
Giunge in scena, da destra, la maestra; si ferma di fronte ai
ragazzi che stavano giocando, poi osserva quello dal volto
imbronciato; volge per un istante lo sguardo giù, a sotto il
ponte, e battendo le mani richiama tutti i ragazzi, che raccogliendosi
insieme, guidati da lei, escono di scena.
Desie si alza e si veste, si sistema con noncuranza e malavoglia:
una semplice pettinata, maglietta e gonna rosse,
scarpette sbarazzine; poi esce sulla soglia; nel frattempo
sul ponte arriva, da sinistra, il netturbino, che scorgendola la
saluta.
Netturbino
‘Giorno, Desie!
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Desie gli sorride e lo saluta con il gesto della mano.
Netturbino, con fare naturale
Tutto bene?
Desie sorride di nuovo, scuotendo le spalle.
Netturbino
Serve qualcosa?
Desie sorride scuotendo il capo, lo saluta di nuovo con la
mano; poi raccoglie il sacchetto del pane e si siede sul gradino
dell’ingresso; prende un panino e lo sbocconcella, osservando
il fiume, e volgendo ogni tanto lo sguardo lassù, al
ponte. Una signora con il bambino entra in scena, da destra;
si ferma a metà del ponte, prende in braccio il bambino e gli
addita il fiume; Desie, guardando su, al ponte, vede il bambino
e lo saluta più volte con la mano; il bimbo la indica alla
madre e si accinge a farle un saluto, ma la madre lo depone in
fretta, e avviandosi verso sinistra, esce di scena trascinandosi
il figlio. Da sinistra, entra in scena mons. Bleuf; si guarda
attorno come per cercare qualcuno, poi si ferma e guarda giù
dal ponte, in direzione di Desie.
Lei, seduta fuori dalla porta, lo guarda e gli sorride; il sacerdote
scuote il capo, riprende il cammino continuando la sua
ricerca; finché incontra alcune signore e con esse si ferma un
attimo; poi esce di scena, dopo aver scambiato qualche parola
con l’Impresario sopraggiunto nel frattempo, mentre Desie
rientra in casa e inizia a svolgere qualche faccenda domestica.
Sul ponte, sempre meno gente, finché non rimane nessuno.
Si ode il suono ripetuto, con tocchi scanditi a ritmo lento, del
campanone della Basilica, ad indicare che è mezzogiorno. Il
ponte rimane in questi istanti deserto.
Da sinistra, entra un operaio, spingendo a braccia la bicicletta,
e parlando tra sé.
Mancava solo di forare!... Proprio oggi, dopo questa
mattinata così dura! (Si ferma e guarda giù dal ponte)
Quella, invece, sì che se la gode la vita! Quella, di grande
fatica non ne fa, e quando fatica è solo per... Mah!
(Riprende il cammino) E non ha nessuna preoccupazione:
né di soldi, né per la famiglia, né per i figli... Quella, sta
meglio di tutti, altroché!...
Mentre sta uscendo di scena incontra il giovane Ovì e lo saluta.
Ovì, giunto a metà del ponte, riferma alcuni istanti a guardare
in direzione della casa; poi, attraversa il ponte barcollando
e smorfiando; si reca giù, di fronte alla porta, bussa ripetutamente,
e balbettando chiama la ragazza.
De-de-zie! (Pausa) De-de-zie !
La ragazza abbandona le faccende e va ad aprire; sorride a
Ovì’, gli fa cenno con la mano di attendere; poi rientra in fretta,
prende da un mobiletto un piccolo astuccio e vi estrae una
catenella dorata con una medaglietta, la pone al collo del giovane,
e fa un passo indietro per ammirarlo, e per controllare
che gli stia bene; annuisce.
Ovì, contento, le sorride ed esclama.
Mi-mi-mia?...
Desie sorride e annuisce. Ovì gioioso solleva con la mano la
medaglietta e la osserva per un attimo, poi si avvia uscendo di
scena, barcollando ed esprimendo la propria gioia innalzando
il braccio destro a pugno verso l’alto, e cantando con melodia
stonata.
Ehh!... Ohh!... Ehh!...
Desie per un po’ lo segue con lo sguardo mentre egli se ne va;
poi, rientra in casa e riprende le faccende. Entra in scena, da
sinistra, un signore anziano con il bastone; si trascina fino al
primo tratto del ponte; poi, si ferma e si appoggia al parapetto,
guardando giù e parlando tra sé a voce alta.
Requiem aeternam... per la tua anima, Desie!
Maledizione!... Andare a finire di fare quella vita!...
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(Pausa) Adesso non te ne rendi conto, perché sei ancora
giovane, ma te ne accorgerai più tardi, con la vecchiaia,
quando arriveranno le difficoltà e i dolori... e
l’artrosi, maledizione! Vedrai, vedrai!... Requiem aeternam...
Eh, Desie, tu credi di goderti la vita, ma un giorno
comincerai a sdolorare e a imprecare, come me!...
Maledizione! (Pausa) E così ti sei già persa la vita,
senza accorgerti... Requiem aeternam... questo per te...
Riprende a camminare faticosamente, reggendosi al bastone,
mentre, da destra, entra in scena Madame Dupont con il suo
cane al guinzaglio. Si ferma sul ciglio del ponte, guarda giù,
osservando la casa di Desie; poi scuotendo leggermente il capo
abbozza un sorriso e si abbandona a un’espressione di desolazione.
Mah!...
Riprende il cammino e incontra l’anziano signore; stanno a
parlare per qualche istante, poi escono di scena, uno a destra,
l’altra a sinistra.
Da sinistra, ridendo e scherzando, attraversano il ponte alcuni
studenti; poi, escono di scena, mentre una giovane studentessa
si ferma e sta ad osservare a giù sotto, assorta. Giunge, da
destra, la signora Verdier con il pacco delle riviste, e si avvicina
alla ragazza, rivolgendole il saluto.
Ciao, stellina!... Cosa fai lì tutta sola a pensare?
(Rimettendo a posto le riviste) Non stare a guardare quella...
(Pausa) Non sai tutti i retroscena della sua vita, tu!
(Con tono confidenziale) Voi giovani pensate che quella
sia una vita bella e di piacere... Ma cosa c’è dietro, i
problemi e tutto il resto, queste cose non ve le immaginate
neppure minimamente! (Pausa) Ehi, stellina!...
Non starai mica pensando... (Con fare insinuoso)... Non
starai pensando di fare anche tu come lei?...
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La ragazza si volge un attimo e la guarda, impassibile e indifferente;
la signora Verdier, come se avesse ottenuto risposta,
continua.
Ah... volevo ben dire!... Una ragazza bella e brava
come te... Mai nemmeno pensarle, certe cose!
E continua a parlare alla ragazza, per un momento, finché il
suo discorso viene interrotto dall’entrata in scena, da sinistra,
della suora che la viene a chiamare. Nel frattempo la ragazza,
come approfittando della situazione, se ne va via in fretta,
uscendo di scena. La signora Verdier la chiama più volte, ma
inutilmente; volge allora lo sguardo sdegnato alla casa giù
sotto, poi parla tra sé.
Guarda quanto male stai combinando, disgraziata! Un
giorno o l’altro te ne pentirai!
E volgendosi poi alla suora, abbozza un forzato sorriso e
chiede.
Dica, sorella... Che c’è?
La suora e la signora Verdier parlano per un momento; la
suora appare imbarazzata: quando la signora Verdier parla, lei
annuisce come impaurita. Poi si salutano e la suora esce di
scena; la signora tenta di vendere qualche rivista ai passanti,
poi anche lei esce dalla scena, a sinistra.
Entra, da sinistra, trainando un piccolo carro colmo di oggetti
di ogni genere, un venditore ambulante. Si ferma all’inizio del
ponte, sistema il carro e si sporge dal parapetto, guardando giù
e parlando tra sé.
Mah!... Un mestiere come un altro!... Certo, il suo è un
gran male; però, in fondo in fondo, anche lei cerca di
fare il suo lavoro come me, per mantenersi la vita.
Vendere oggetti, vendere come oggetto il proprio
corpo... non passa poi tanta differenza: è sempre un
vendere, per guadagnare qualcosa.
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Pausa, mentre si volge a controllare se c’è qualcuno che lo
desidera; non c’è nessuno. Guarda verso il fiume, continuando
Chissà se il suo guadagno sarà come il mio... E se
anche lei riuscirà a imbrogliare... (Pausa) Ma certo!
Anche lei avrà i suoi modi per farlo, i suoi imbrogli e
le sue finzioni... Già: tutto per vendere, tutto per...
Lo interrompe un passante che lo chiama; egli torna al carro e
si mette a contrattare, ma quello va senza comprare nulla. Il
venditore spinge il carro più avanti, tentando la vendita.
Finché passa il dottor Jacques e si ferma; parlano un po’ tra
loro, poi il dottore compra qualcosa e se ne va, uscendo di
scena. Poco dopo anche il venditore esce dalla scena, a destra,
con il suo carro.
Gente di vario genere ed età va e viene da una parte e dall’altra.
Una voce fuori scena, gridando.
Dai, Cesar, vieni che è pronta la cena!
Sul ponte sempre meno gente; si odono suonare a festa le campane
della Basilica. Quando hanno terminato, sul ponte non
rimane più nessuno; così per qualche istante. Desie, in casa, è
seduta sul letto intenta a sfogliare una rivista, e sta mangiando
una mela. Da sinistra entra, con fare guardingo, l’Impresario
Arquette, guardandosi in giro per accertarsi che non ci sia nessuno;
poi si reca alla porta della casa e bussa ripetutamente
chiamando sottovoce.
Desie, Desie... Svelta, apri... Desie!...
Desie va ad aprire. L’Impresario entra in fretta, richiude la
porta, stringe fortemente a sé la ragazza; poi estrae dal portafoglio
due bigliettoni di cartamoneta; prima di posarli sul
mobiletto, li agita freneticamente davanti agli occhi della
ragazza che, ferma di fronte a lui, si fa un po’ triste e abbassa
lo sguardo a terra.
Impresario
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Desie! Guarda qua!... Questa sera deve essere travolgente!
Voglio il massimo da te!...
Desie fa un sorriso pagato; entrambi si spogliano parzialmente,
si mettono a letto e iniziano a fare l’amore.
Impresario
Desie!... Di più!... Voglio di più... Dai... Di più!...
(Affannandosi su di lei) Dammi di piu!...
Si ode il suono del campanone della Basilica, che sta a richiamare
che il momento che si sta vivendo è sacro.
Da destra, attraversando il ponte, procedendo lentamente,
appare il corteo della processione: alcune signore anziane col
rosario; il fornaio, vestito a festa; il giovane prete con i chierichetti;
la maestra con gli alunni; il netturbino, tirato assieme
alla meglio; la mamma col bambino; la signora Arquette con in
mano il libro dei canti aperto sotto gli occhiali; le sue amiche;
l’operaio con la famiglia; il signore anziano con il bastone e
Ovì che gli cammina accanto; la signora Dupont senza Pennj,
con le due figlie; la signora Verdier; qualche giovane studente,
distratto; la suora, che li richiama; il venditore e il dottore, che
parlano tra loro sottovoce.
Da ultimo, mons. Bleuf ricoperto dal piviale, stringendo tra le
mani il Santissimo Sacramento, e camminando con solennità.
Quasi tutti procedono cantando, seguendo la melodia in modo
stonato, il ‘Cristus Vincit’.
Nella stanza, l’Impresario intanto continua le sue mosse affannosamente
e freneticamente, mentre Desie, sotto di lui, richiamata
dal canto, cerca di volgere lo sguardo alla finestra, per
assistere a ciò che sta avvenendo là fuori.
Quando l’ostensorio con il Santissimo Sacramento raggiunge il
centro del ponte, Desie, senza farsi accorgere dall’Impresario,
si fa un segno di croce, mentre lui abbandonandosi totalmente
su di lei le grida
Fammi godere!...
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Uscita la processione, la luce diminuisce sempre più, mentre
l’addetto passa ad accendere i lampioni sul ponte.
Entrano i due fidanzati.
Si fermano sul ciglio del ponte; ogni tanto si abbracciano, lei
con il volto rivolto alla Basilica, lui con lo sguardo rivolto a giù
sotto, alla casa dove Desie ora si trova a letto accanto
all’Impresario che sta fumando un sigaro; dopo un poco i due
fidanzati, prendendosi per mano, escono dalla scena. Si ode il
suono ripetuto, a tocchi scanditi a ritmo lento, del campanone,
ad indicare che è mezzanotte.
Il ponte rimane in questi istanti deserto. L’Impresario si riveste
e, senza salutare Desie, esce dalla casa, sempre guardingo; e
procedendo con estrema prudenza esce di scena, a sinistra.
Da destra, entra in scena, impaurito e tremante, avanzando
chino come per nascondersi, il giovane assassino. Corre avanti
qualche passo, si guarda in giro, finché, tratto dopo tratto,
giunge alla casa, e spia attraverso la finestra.
Desie, rivestendosi e risistemando le cose nella stanza, si inginocchia,
rivolgendosi verso il pubblico in atteggiamento di preghiera;
ogni tanto volge lo sguardo verso l’alto; continua così
per qualche istante, poi si rialza, si fa un segno di croce affrettato
e si abbandona sopra il letto, addormentandosi.
Il giovane, con lo sguardo sconcertato, ritorna piano piano sul
ponte; si ferma al centro, appoggiando i gomiti sul parapetto,
con il capo tra le mani e parlando tra sé.
No...
Non è possibile!...
Ma questa è un’assurdità!... (Pausa)
Come può essere che...?
No... no... Non può essere... (Osserva la casa)
Ma perché... Perché... (Volge lo sguardo al cielo)
Perché?...
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In quell’istante si ode una voce fuori scena.
Eccolo!
Entrano di corsa i due gendarmi. Afferrano il giovane, che non
reagisce, e lo trascinano via, mentre quello mantiene lo sguardo
rivolto alla casa, e ripete sommessamente.
Perché... Perché... Perché?...
Desie dorme. Il ponte è deserto. La luce della scena è abbassata
quasi completamente. Restano solo i lampioni a illuminare la
scena. Qualche istante così, poi si chiude il sipario.